Domenica si è conclusa la quattro giorni di Slow Fish a Genova, l’evento internazionale dedicato al pesce e alle risorse del mare organizzato da Slow Food Italia e Regione Liguria con la comunità scientifica e i pescatori di Terra Madre.
Prendere all'amo l'occasione di essere Green
Slow Fish si è presentato, prima nelle intenzioni e poi nei fatti, come evento “green” seguendo il percorso di sostenibilità intrapreso anni fa da Slow Food e che si arricchisce ad ogni evento di nuove iniziative ecocompatibili. Rispondono a questa logica soluzioni d’allestimento con materiali di recupero, la raccolta differenziata, mezzi di trasporto sostenibili, l’uso di stoviglie biodegradabili sia negli stand del mercato che nelle cucine di strada.

L’organizzazione e i suoi partner hanno cercato di coinvolgere su questo tema non solo gli espositori ma anche i visitatori fornendo indicazioni e suggerimenti per adottare comportamenti eco-friendly durante la manifestazione e nella vita di tutti i giorni: in molti hanno così visitato lo stand di Eco Tecnologie - sito nella zona del Mercato - incuriositi dai prodotti e dai materiali di cui avevano sentito parlare negli stand o sul sito di Slow Fish.
Eco Tecnologie a Slow Fish
Nello spazio espositivo riservato ai prodotti monouso compostabili e green è stato distribuito materiale informativo, fornite delucidazioni su uso e corretto conferimento a fine utilizzo dei prodotti, esposte le possibilità di acquisto e personalizzazione di piatti, bicchieri, posate, contenitori per ho.re.ca. nonché per l’uso domestico personale.

Molto interesse hanno destato i prodotti in PLA (acido polilattico di mais) che appaiono simili al classico monouso in plastica ma sono di origine vegetale e completamente compostabili, ovvero provengono da fonti rinnovabili, non contengono sostanze tossiche o inquinanti e alla fine del loro processo di compostaggio diventano fertilizzante agricolo.
Plastiche indigeste
Il problema dello smaltimento e dell’accumulo dei rifiuti in plastica è stato discusso a Slow Fish alla luce di recenti studi sull’enorme quantità di plastica contenuta nei nostri mari: non solo gli shopper che vengono ingerite dalle meduse, ma frammenti sempre più piccoli, microplastiche e nanoplastiche, invisibili a occhio nudo, che finiscono nel plancton e da lì risalgono l’intera catena alimentare marina rilasciando in mare composti chimici tossici quali ftalati, perfluorurati, ritardanti di fiamma, per citarne solo alcuni.
E se l’inquinamento di mari, oceani e non solo, è un problema che riguarda tutti noi, è proprio dalle piccole scelte di tutti i giorni che si può iniziare a cambiar rotta: perché il vero tesoro è un mare pulito.

Per saperne di più